Cavagrande del Cassibile (la Madre terra)
Dall’altipian ti vedo così maestosa…
e i miei pensieri aleggiano
al respiro delle tue profonde gole.
Mi calo nel tuo ventre,
ammenzu a liama salvia e timu,
lo sguardo rapito da Uruvi e Dieri
rende incerto il passo,
e me ne sto fiso, a mirar dai gradoni
il planar dei falchi pellegrini
su’ gli avelli dei nostri avi
e dondola la mia anima,
inebriata da odori di terra
e ciauru ri ciuri, oleandri, lecci e ciclamini,
mentre giocose libellule e colorate farfalle
col crosciar delle foglie
librano al canto degli uccelli,
e il fiottar dell’acqua si fa sempre più forte,
e continua nell’eterno lento cavar la cava,
e il tutto acquieta la mia mente,
mi sento fra le tue viscere completamente assorto.
Nient’altro più sento,
se non il grembo di chi mi mise al mondo.
Corrado Morale